Friday Night Lights by H.G. Bissinger

Friday Night Lights by H.G. Bissinger

autore:H.G. Bissinger [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: 66THAND2ND
pubblicato: 2019-12-19T23:00:00+00:00


10. Boobie chi?

I

Quando Boobie Miles fece ritorno sul campo da football, nessuno intonò in suo onore i cori appassionati che avevano animato la Festa dell’Anguria, ormai mille anni prima o così sembrava. Non ci furono applausi, il coach non tenne un discorso in cui lo paragonava ai grandi running back del passato, niente sfilata da star nell’affollato refettorio della scuola. Nell’arco di cinque settimane Boobie era diventato un ripensamento. Le prestazioni passate non gli garantivano più privilegi speciali, anzi, sembrava che quasi nessuno se le ricordasse più.

Se alle superiori ci fosse stato il mercato degli svincolati, un posto in cui scaricare gli ex fenomeni, ci avremmo trovato anche lui, i Panthers lo avrebbero proposto in offerta speciale alle squadre di Andrews, Kermit o Wink, o magari anche di Seminole, o a qualsiasi altra compagine disposta a scommettere su un ragazzo col ginocchio ballerino ma che un tempo era forte davvero, un ragazzo con cui tentare la corsa ai playoff. Oppure l’avrebbero semplicemente scambiato con un defensive tackle da tenere in panchina e con un altro giocatore senza nome.

«Tra un paio di settimane i tifosi crederanno che si sia già diplomato» disse Trapper. «Si chiederanno, “Boobie chi?”».

Boobie chi?

Ad annunciare il suo ritorno ci furono solo la vergogna e l’umiliazione di una maglia bianca. La portavano decine di giocatori oltre a lui, e tutti insieme si confondevano nel calore asciutto del campo da allenamento come capi di bestiame in attesa di essere condotti chissà dove. Alcuni non ci stavano e spiccavano nel gruppo, ma ormai Boobie non si meritava più una tale distinzione.

In nome di una lunga tradizione, agli allenamenti della Permian i titolari indossavano la maglia nera, le riserve bianca. Nella vita di un giocatore di football esistevano pochi momenti altrettanto entusiasmanti quanto quello in cui aprivi l’armadietto e, in mezzo al mucchio di imbottiture puzzolenti, ai pantaloni, alle scarpe e ai calzettoni ti trovavi davanti la maglia da allenamento nera, appesa lì come un paramento sacro dalle finiture dorate. Non c’era niente di più umiliante che vedersi sottrarre quella maglia in favore di qualcun altro.

Boobie aveva indossato la maglia nera sin dal primo anno. Fino all’infortunio al ginocchio, l’aveva sempre avuta e la possibilità che la situazione cambiasse non era neanche lontanamente immaginabile. Ma in sua assenza la casacca nera del fullback titolare era stata data a Chris Comer. Aveva corso almeno cento yard in ciascuna delle cinque partite della Permian, e ormai i coach lo ritenevano sostanzialmente più forte di quanto Boobie fosse mai stato e avrebbe mai potuto essere. Tanto per cominciare si faceva il mazzo in palestra e, a differenza di Boobie, non si affidava ciecamente alla propria forza fisica. In secondo luogo, non si esibiva in tutte quelle giravolte da ballerino, ben consapevole che a volte il modo migliore per non farsi placcare era abbassare la spalla e colpire più forte, usando il fisico poderoso come l’arma che Dio aveva chiaramente voluto regalargli. Forse anche Boobie sarebbe stato in grado di correre così, ma il problema era convincerlo a provarci.



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